Dopo colazione, noleggiamo un motorino per andare a esplorare i dintorni della città. Ci dirigiamo verso le cascate di Kuang-Si. La strada è buona, la destinazione ben segnalata, così arriviamo facilmente, attraversando villagetti rurali, con le case fatte di bambù intrecciato a fasce (oltre che di mattoni).

All’arrivo parcheggiamo e entriamo nel “parco”.

Troviamo subito una zona recintata con alcuni orsi del sole/della luna salvati e protetti da Animals Asia (vedi anche Giro in Vietnam – Tam Dao).

Proseguiamo sul sentiero ed arriviamo alle prime vasche sottostanti la cascata, simili a quelle turche di Pamukkale (calcaree, acqua verde-azzurrina).

Sembra un paradiso terrestre, con bellissime farfalle colorate che si aggirano tra gli alberi secolari.

Alla fine arriviamo alla cascata vera e propria: altissima e su più livelli (ma noi ci limitiamo a guardarla dal basso). Il posto è piacevole ed è frequentato dai locali anche come zona picnic.

All’uscita pranziamo ad un chiosco: pesce locale alla brace (buono ma più piccolo di quanto appare) e banane tipo “chifles” (un po’ meno saporite).

Visto che è ancora presto e abbiamo ancora molta benzina, proviamo ad andare a vedere le grotte di Pak-ou: un luogo lungo il Mekong dove nei secoli sono state collocate innumerevoli statue di Buddha.

Per arrivarci torniamo in città e prendiamo la strada opposta: decisamente non turistica (di solito alle cave si va in battello) e priva di segnalazioni. O meglio: ci sono le pietre miliari che vengono usate al posto dei cartelli per segnalare ogni volta la distanza rispetto a un posto diverso (il che non aiuta).

Ci rassicuriamo con il GPS e proseguiamo fino a un bivio sterrato, dove ci inoltriamo per una decina di chilometri fino a sbucare in un villaggio minuscolo. Qui la strada è boccata da una corda nel mezzo, presidiata da alcuni ragazzini che ci fanno pagare un piccolo pedaggio per entrare.

Solo dopo scopriamo che le cave sono dall’altra parte del fiume! Per arrivarci bisogna aspettare un traghetto, ma vista l’ora (sono già le 4) e la strada sconnessa da rifare all’indietro decidiamo di tornare.