7 gennaio. Da Hanoi, prendiamo un Fokker a elica e in due ore siamo a Yangon.

Fa caldo, 32 ° alle sei di pomeriggio. L’aria non è molto umida per cui ci sembra meno inquinata. Le persone appaiono subito diverse: più “indiane” (ricordano i malgasci), con gli uomini spesso in gonna (vestito tipico tradizionale).

Prendiamo un taxi per l’hotel e troviamo un traffico incredibile (quasi un’ora per 15 km). Avevamo appena letto di questo su una rivista francese: il paese sta evolvendo e in un anno le auto sono triplicate. Il tassista ce lo conferma e ci dice che il governo vuole fare avere un’auto a ogni persona. Ci sono lavori di ampliamento delle strade.

Non ci sono moto e motorini, l’esatto opposto di Hanoi.  Pare che le abbiano proibite dopo un “incidente diplomatico” (letteralmente). Sembra che il figlio di qualche dignitario abbia avuto un incidente in moto e per questo siano proibite. Guidano a destra ma con auto con il volante a destra, anche qui per motivi politico-superstiziosi; inoltre hanno il famoso fuso orario di 5 ore e mezza.

Impressioni generali Myanmar

In Myanmar c’è il rischio di una bolla di turismo: è troppo sopravvalutato (all’aeroporto 5$ per un caffè).

I luoghi sono interessanti perché diversi ma non ci sono molti tesori se non quelli concentrati negli antichi luoghi di potere (non c’è mai stata una ricchezza diffusa) o i patrimoni naturali che si spera sappiano preservare.

C’è un’evidente tendenza ad accontentare e andare incontro al turismo occidentale, a volte senza cognizione di causa, ma c’è anche amore e emulazione dell’occidente, in particolare dove si è meno abituati ad esso. I modi di fare sono caldi, simili ai nostri mediterranei, e in questo senso ci somigliano più di tanti europei. Essendo però buddisti sono generalmente più calmi di noi e, a parte le truffe, non c’è alcuna sensazione di pericolo. Le campagne sono estremamente arretrate, povere, in netto contrasto con lo sviluppo delle città; la coltivazione è prevalentemente manuale e come in altri paesi poveri si ara ancora con i buoi.

Yangon

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Shwedagon Pagoda

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