Il pomeriggio del 21 da Petra, partiamo per il Wadi Rum. La strada è liscia, e percorre un territorio vuoto fino a ricongiungersi con la Desert Highway. Qui il paesaggio cambia repentinamente, mostrandoci per la prima volta, dall’alto, il vero deserto sabbioso, bellissimo, con le sue montagne rocciose che lo caratterizzano.

Questo tratto di HighWay è estremamente sconnesso, nonostante sia una autostrada e sia percorso da numerosi TIR diretti a Aquba (ma forse è proprio per quello). Sembra di andare a 90 all’ora con tutte le ruote bucate, inizialmente mette un po’ paura, ma dopo poco ci si abitua (vedendo anche tutti gli altri automobilisti che sfrecciano senza porsi problemi).

In breve arriviamo al Wadi Rum village, passando prima per una specie di check-point, dove ci chiedono la prenotazione della guida. Se non hai una guida il tuo viaggio finisce li. Il villaggio è un agglomerato di case con muri di cinta per arginare la sabbia del deserto. Qui lasciamo la nostra macchina. Dopo qualche minuto arriva un tizio, che si qualifica come fratello della nostra guida (!). Comunque conosce i nostri nomi e quindi ci affidiamo a lui e al suo fuoristrada per essere accompagnati al nostro campo.

Passiamo per delle piste nel deserto, per fortuna il fuoristrada è perfettamente a suo agio nella sabbia. Il viaggio non dura poco e ci fa preoccupare un po’. Siamo nel nulla del deserto, in una macchina con uno sconosciuto e sta tramontando il sole

Arriviamo al nostro campo, incuneato in un lembo di deserto tra due montagne a precipizio, una decina di tende beduine e una grande tenda centrale per mangiare. Ci accoglie lo “chef” con tè e biscottini. La nostra tenda, come le altre simili, è posta su una struttura di legno che la solleva da terra e gli da stabilità, dentro è spaziosa e alta, con un letto matrimoniale.

La luce del tramonto illumina il circondario con un effetto splendente. C’è pace e silenzio.

Ceniamo nell’enorme tenda comune (in 4) con altri due turisti che però andranno via domattina. Il cibo cotto nel tipico braciere sotterrato usato dai beduini. Buonissimo, pollo con verdure, tutto molto saporito, completato da dolcetti di marzapane e miele.

A sera inoltrata andiamo appena fuori dal campo. Il buio è assoluto e appena ci si allontana ci si può perdere, il cielo è limpidissimo e mostra milioni di stelle (si vedono gli ammassi a occhio nudo) anche perché non è ancora sorta la luna. Il silenzio è totale. L’aria è fresca, non fredda. Torniamo e andiamo a dormire.

Il 22 aprile, sveglia alle 7. Il sole è già alto e fa caldo. Facciamo una buona colazione. Alle 8.30 si parte con il fuoristrada. È un Toyota, con il cassone aperto, noi montiamo sul retro, dove ci sono due sedili “divanetti” contrapposti, coperti da una tettoia in tessuto che ci ripara dal sole. Il driver sta davanti al posto di guida da solo. Siamo solo noi.

Il deserto è “colorato”, vari tipi di roccia e sabbia, dal rosso al giallo, dal grigio al blu.

Visitiamo vari posti differenti, canyon, archi, dune e il famoso set del “Lawrence d’Arabia”, tutto bellissimo. Vediamo anche incisioni rupestri Nabatee e precedenti. Assistiamo anche a una specie di spettacolino musicale per turisti un po’ strano. Sotto il sole che è già caldo, al riparo di una tenda beduina bassa, aperta, con tappeti, si incontrano le varie guide per un tè e suonano uno strumento a arco monocorde, fatto di pelle di capra e tendine di cavallo! Ci sono molti fuoristrada e i driver si conoscono tutti.

La nostra guida pigramente ci spiega i vari luoghi, poi a un ceto punto ci dice “take your time” e se ne va!! Stiamo da soli nel deserto quasi a mezzogiorno. Non ci preoccupiamo solo perché vediamo che i fuoristrada sono ancora lì.

Una piccola nota sulle “montagne” del deserto. Le montagne sono delle formazioni rocciose (rosse cupo) che spuntano letteralmente dal deserto e si innalzano verticalmente per decine di metri, a volte centinaia. Sono totalmente scavate dall’acqua e a volte espongono delle pareti lisce. Ce ne sono molte che punteggiano il deserto. Sarebbero la felicità di un arrampicatore, e da quanto ne so, fanno dei campi appositi per l’arrampicata.

All’ora di pranzo dopo un altro giro per il deserto, ci fermiamo all’ombra di una montagna assieme a altri turisti (in tutto siamo 7) accompagnati dalle rispettive guide che si danno da fare per prepararci un ottimo pranzo.

Alle 5 come da programma torniamo alla nostra macchina e ripartiamo per Petra. Grande doccia per toglierci i chili di sabbia, penetrata purtroppo anche nella macchina fotografica, e infine cena in un ristorante sul tratto principale turistico.