Partenza alle 8.30 alla volta di Amman, via strada dei Re. Primo tratto tranquillo; in poco tempo arriviamo al castello di Shobak, il primo castello crociato, nel nulla, che domina dall’alto una valle che un tempo era percorsa dalla carovana nord-sud. Dopo una visita con “guida locale”, ce ne andiamo e riprendiamo il viaggio verso Korak.

Arriviamo in una grande città, anche trafficata. Al centro, su una collina che domina tutto, c’è il castello e il centro storico. Per non farci mancare nulla, ci imbuchiamo per le stradine ripidissime e tutte a sensi unici. Per caso sbuchiamo nei pressi del castello.

E’ un guazzabuglio di corridoi e stanze buie e tonnellate di muri caduti, tutto bellissimo, ma un vero labirinto. La guida descrive una serie di luoghi del castello, tutti irriconoscibili. Si capisce solo che ci sono enne piani di cunicoli e segrete.

Riprendiamo il viaggio verso il “view point” di Wadi Mujid, tutto salite e discese fino a una valle che sembra Marte, con una diga in fondo con poca acqua. Peccato per la foschia, ma il paesaggio è veramente impressionante. La cosa straordinaria è il passaggio dall’aridità assoluta al verde rigoglioso che troviamo appena scavallato il monte. Qui piantagioni e alberi sono tutto intorno, verdi e continui. La strada diventa larga e si avvicina all’autostrada dell’aeroporto, su cui arriviamo e cominciamo a vedere il traffico cittadino.

Dopo la grande autostrada sbuchiamo sulle strade cittadine con nu traffico folle. Tutti vanno ovunque, sia macchine che pullman che pedoni. Fortunatamente dura solo qualche chilometro.

Usciamo per un giro di orientamento e per cercare la cena. Il caos è totale. Traffico terribile di auto strombazzanti bloccate nell’ingorgo serale. Andando verso il centro tutto si intensifica, incluso il traffico pedonale. La strada verso il centro è un enorme suk, con venditori di tutto. Pochi i turisti rispetto ai locali. Cerchiamo un posto dove mangiare seguendo le indicazioni date dal tizio dell’hotel, ma non è facile orientarsi e inoltre, appena dopo il tramonto, tutti i ristoranti locali sono pieni di Ammaniti che finalmente interrompono il digiuno del Ramadan.

Poi, improvvisamente il traffico delle auto smette di colpo, e ci rendiamo conto che tutti stavano andando a cena! Perfino i venditori del suk si fermano a mangiare in piccoli gruppi appena fuori dai loro negozi.

Il giorno dopo usciamo nella nebbia sabbiosa che nella notte a ricoperto tutto. La nostra macchina grigia è ora gialla.

La strada è sgombra; ci incamminiamo verso il teatro romano, proprio di fronte all’hotel.

È bello e grande, i due piccoli musei ai lati sono piacevoli: uno è sulle tradizioni popolari e mostra le varie etnie con i loro abiti tradizionali, tra cui spiccano i copricapo beduini femminili: intreccio di monete collegate da catenelle a dimostrazione della ricchezza. L’altro museo sul folklore è simile ma poco praticabile a causa della sabbia che lo ha invaso (nonostante le porte!)e che gli inservienti si affannano a ripulire.

Ci dirigiamo quindi verso la “cittadella”: un’area archeologica in cima alla collina, raggiungibile tramite due lunghe rampe di scale. Lì troviamo parecchi turisti oltra che una strana combriccola di soldati giordani e canadesi! Pare stiano facendo una prova generale per una qualche commemorazione, ma non capiamo quale.

Il piccolo museo interno al sito è “denso” si reperti anche notevoli, tra cui strane statuine antichissime (8500 a.c.) anche “doppie” ovvero con due teste.

Inizia a fare caldo, la nebbia oscura il panorama quasi totalmente. Andiamo verso il Museo delle Giordania, un moderno complesso appena fuori centro.

Qui per la prima volta paghiamo un biglietto di ingresso di 5 JOD per singolo turista (i Giordani pagano 1 JOD) in quanto non è incluso nel Jordan Pass.

Il museo è fin troppo dettagliato nella descrizione storica e, sarà perché stiamo stanchi, lo percorriamo abbastanza velocemente. Molto belli i famosi “rotoli del mar morto” di cui ne è esposto uno di rame (tagliato) oltre che alcuni frammenti di papiro. Ce ne andiamo poco prima della chiusura.

Domani si torna a Roma.