Arrivati di sera, usciamo per primo giretto della cittadina e scopriamo che è un gioiellino! Strade pulite e ordinate, piene di locali alla moda e curati: l’opposto della Cambogia! Perfino i guidatori di tuk tuk sussurrano appena e non disturbano.

Andiamo in un mercato notturno e lo giriamo piacevolmente senza essere assillati dai venditori, anche in questo caso educati e silenziosi.

Il giorno dopo esploriamo la città senza un piano preciso, godendoci la tranquillità. Il centro è piccolissimo. Visitiamo i primi Wat e incontriamo i monaci.

Tutta la città si è sviluppata intorno ai templi (probabilmente all’inizio c’erano solo quelli).

È una specie di “Capri dell’est”: eleganti strutture turistiche e nessuna traccia di villaggio originale. La città è tra due fiumi: il Mekong e un altro (Nam Khan, un affluente). Il ritmo è lento e aiuta a riposarsi. Ci sono molti turisti italiani (non come in Cambogia) e l’età media è più alta perché il luogo lo consente (è più “comodo”). L’escursione termica è elevata: la mattina freddo e nebbia, all’ora di pranzo caldo secco, la sera umido e fresco.