E’ Natale, arriviamo alla guesthouse intorno alle 17, dopo un viaggio in autobus da Korat (Thailandia), fino al confine con la Cambogia (Poipet). Passato il confine, in taxi fino al bordo di Siem Reap, poi un tuk tuk fino alla guesthouse prenotata.

Sorprendentemente, la guesthouse offre a tutti gli ospiti la cena di Natale: frittini, riso, verdure, ananas, bibite… Alla fine perfino i regalini già sotto l’albero! E poi, musica scatenata fino alle 9 di sera (qui ci si sveglia presto).

Dalla lista del check-in scopriamo che l’età media degli ospiti è 23 anni… La metà dei nostri! In effetti gli stessi gestori sono tutti giovani, insomma l’anomalia siamo noi!

La sera facciamo un giro di orientamento, anche se è tardi e buio, ci spostiamo di poco dal nostro albergo. Siem Reap è un villaggio a servizio del parco archeologico di Angkor, piccolo ma con aeroporto internazionale. La zona dove alloggiamo è abbastanza nuova e sono solo guesthouse. Anche al centro i locali per turisti sono in espansione.

Il mattino dopo c’è pieno fermento lavorativo. Facciamo un giro del villaggio e notiamo manifesti con tre facce di “politici” (supponiamo) che tappezzano la città. Passiamo vicino a un ospedale e troviamo un cartello preoccupante che dice che occorre sangue per una epidemia di Dengue in corso. Anche verso l’ingresso del parco, si passa accanto a una foresta con cartelli “Pericolo Mine”. Ci prepariamo, affittiamo le bici e andiamo verso il parco di Angkor.

I guidatori di tuk tuk dicono che l’ingresso è lontano e che è meglio noleggiare loro per 12 dollari, ma noi resistiamo. Superando tutti gli ostacoli arriviamo all’ingresso.

Per 3 giorni visiteremo Angkor


Il quarto giorno, dopo la visita a Angkor, giornata di ripartenza. Restiamo a Siem Reap e passiamo la mattina a girellare per il villaggio martellati dalla costante richiesta di guidatori di tuk tuk.

Andiamo al mercato vecchio, che è un guazzabuglio di banchi, molti a terra, che vendono carne e pesce freschi senza alcuna protezione (l’odore è penetrante). Manca la corrente in mezza città, torniamo in albergo e poi prendiamo finalmente un tuk tuk per l’aeroporto: si va in Laos.