Ripartiamo da Barentsburg. La nave è molto spartana, la cabina piccola, ma comoda per dormire ogni tanto. Non c’è distinzione tra giorno e notte, la luce c’è sempre, quindi si dorme qualche ora quando si è stanchi.

La nave si inoltra per i fiordi, a volte il tempo cambia così repentinamente che la nave è costretta a fermarsi dato che ci sono icebergs e la visibilità è praticamente nulla.

Prendiamo terra più volte, sempre con una guida armata, e camminando sul permafrost ci accorgiamo che è “morbido”. La superficie con il caldo si scioglie.

Incontriamo (a distanza di sicurezza) degli orsi bianchi.

Arriviamo fino a Moffen che è il punto più a nord (80°). Un basso “atollo” che è punto di riposo per i trichechi.

Ci fermiamo nel Forland Sundet, nel Magdalenefjorden e fino al ghiacciaio Lillehookbrein, dove con un apposito gommone da ghiaccio andiamo fino al bordo della muraglia. Una foca incuriosita ci segue nell’acqua. Impressionanti i fragorosi “crolli” delle pareti, che riempiono l’acqua di frammenti di ghiaccio e la rendono “densa”: uno spettacolo che ci rammenta quanto i ghiacciai siano in pericolo.

Lascia un commento