Il 5 agosto iniziamo il viaggio di ritorno per Quito, passando per le Ande. Aria fredda, nubi in quota, strada a 4100 metri di altezza e… un posto di blocco fisso “anti narcos”: dobbiamo scendere tutti, far vedere i documenti e fare il controllo dei bagagli. Ripartiamo senza problemi.

A Quito ci rilassiamo in albergo, poi il giorno dopo andiamo a fare una gita alla Mitad del mundo, un luogo nei pressi di Quito, punto di passaggio dell’equatore.

Prendiamo i bus locali molto economici e molto caotici, sia per come guidano che per le persone che ci salgono; a parte predicatori e venditori, anche i normali viaggiatori si impegnano a concitare il tutto. Inoltre o tutti i bus hanno la frizione rotta, oppure gli autisti non sono capaci a guidarli.

Il villaggio ha una riga gialla nel mezzo evidenziata dal monumento che ricorda un mausoleo.

Il tutto è un luogo turistico locale, pieno di ristorantini e bar, negozi di souvenir, e poche attrattive molto semplici. Per fortuna al centro c’è una piazzetta dove si esibiscono gruppi folcloristici di danza. Bello spettacolo di costumi.

Pranzo rapido e rientro a Quito nello stesso modo scomodo. Troviamo la pioggia, compriamo gli ultimi ricordini e andiamo a preparare i bagagli. Domani si torna a casa.

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