Partenza la mattina presto da San Cristobal De Las Casas verso Palenque.

Il viaggio dura mezza giornata e ci permette di visitare Palenque nel pomeriggio, riuscendo a ripartire direttamente nella notte.

La strada è sconnessa e tutta curve. Passiamo per una sequenza di micro-paesini molto poveri. Vediamo molti cartelli governativi (“agua limpia significa vida mejor”, e contro la malnutrizione).

Si scende da oltre 2000 mt fino a 80, ammirando così tutti i tipi di vegetazione – dalle conifere alle latifoglie alle piante tropicali quali palme e banani!

Una volta arrivati il caldo è umido e soffocante, la vegetazione tropicale.

Il paese di Palenque è piccolo, lasciamo i bagagli nel comodo deposito della stazione dei pullman e andiamo a cercare un mezzo per arrivare al sito archeologico.


Con un breve tragitto in minibus, arriviamo una specie di bosco tropicale; attraverso la vegetazione si cominciano a intravedere i templi e appena arrivati nella radura l’effetto è fantastico.

Non ci sono molti turisti, sarà anche per il caldo soffocante. Una folta vegetazione circonda tutto il sito. Si può girare liberamente sopra e addirittura dentro i templi.

Girovaghiamo nell’afa opprimente: per resistere occorre bagnarsi la testa. Troviamo riparo sotto gli alberi, e un magnifico angolo con cascate.

Visitiamo poi il museo del sito: un concentrato di ritrovamenti, tra cui la replica della tomba di Pakal, con la maschera di giada.

Rientriamo al villaggio e alla stazione degli autobus per la partenza notturna verso lo Yucatan. Nella piccola stazione notiamo un cartello emblematico che proibisce (giustamente) di salire a bordo di alcuni autobus con casse d’uova, galline (vive o morte!), frutta o verdura, latte e derivati. Evidentemente alcuni contadini privi di mezzi cercano di usare gli autobus per trasportare le proprie merci e le compagnie sono costrette a metterci un freno.

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