La nostra “crociera” a bordo dell’ex nave postale parte da Longyearbien. I passeggeri sono in parte simili a noi: viaggiatori di lungo corso, europei ma non solo, desiderosi di vedere da vicino anche quel lembo estremo di mondo. Se per noi la spinta principale nasce dal desiderio di vedere l’orso polare e il suo ambiente prima che si estingua, per altri si tratta di pura e semplice voglia di arricchire il proprio album di viaggi. Sarà per questo che saremo gli unici a meravigliarci (e alla fine a lamentarci) dell’inopportuno eccesso / spreco di cibo a bordo della nave, del tutto inutile visto che non si camminerà molto, fuori luogo considerando la carenza di cibo per i poveri orsi, e in qualche caso perfino illegale a livello internazionale (tra le altre cose ci serviranno assaggi di carne di balena: un commercio vietato ma tuttora svolto dalla Norvegia insieme a Islanda e Giappone).

Dopo un briefing improntato su raccomandazioni vitali (non allontanarsi dalle guide, non avvicinarsi agli orsi), partiamo. Neanche un’ora dopo arriviamo a Barentsburg, un’enclave mineraria russa in terra norvegese, priva di collegamenti via terra.

Sarà perché il tempo è pessimo (pioggia gelida e sottilissima) ma l’impressione è sconfortante.

Il villaggio è desolato e il luogo sembra abbandonato. Evidentemente la miniera è inattiva.

La piazza principale conserva al centro un monumento con il busto di Lenin, ed è circondata da grandi palazzi tra cui una specie di centro sportivo. Tutto è vuoto e sembra in disuso.

Una cosa particolare che notiamo è che quasi tutte le finestre hanno una divisione piccola, spesso occupata da un cubicolo in alluminio. Ci spiegano che erano i “frigoriferi”, poi non più utilizzati perché gli orsi li strappavano via per mangiare il contenuto.

C’è anche un teatro e, sorprendentemente, ci viene elargito uno spettacolo di musica, canti e balli folcloristici russi! Sicuramente fa parte del “pacchetto” che abbiamo acquistato, e gli artisti sono talentuosi, ma a noi sembra del tutto surreale assistervi in un luogo così dimenticato. Decisamente non siamo abituati ai viaggi organizzati!

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