Dopo 20 ore di viaggio da Roma (tra volo e scalo a Madrid) arriviamo a Città del Messico. Siamo stanchi sia per il volo che per il fuso orario ma il nostro hotel è in pieno centro e dopo breve riposo andiamo subito a visitare la città.

Iniziamo il nostro giro dalla Piazza della Costituzione, enorme. Il palazzo Nazionale del governo, uno degli edifici principali della piazza, vale una visita per ammirare il famoso ciclo di Murales di Diego Rivera (marito della famosissima Frida Kahlo).

Sui bordi della piazza un “ballo Azteco” per turisti. Alcuni bambini producono copricapi con piume e penne colorate.

Altro edificio imponente è la Cattedrale. Di fronte, sotto le vetrate prima della scalinata, scarni resti del periodo Atzeco (l’antico Zocalo). Anche ai lati della piazza, cantieri archeologici mostrano rovine ancora da valorizzare.

La polizia e i militari sono molto presenti, e non si vede pubblicità che non sia governativa.

Ci imbattiamo in una specie di manifestazione dell’ “Orgoglio Azteco”: migliaia di persone vestite di piume e di maschere tribali percorrono la piazza in circolo al suono di tamburi.

Spostandoci, passiamo davanti al Museo delle Culture (Casa de Moneda). Proseguiamo poi in direzione dei moderni quartieri uffici, e ammiriamo il Teatro dell’Opera (Palacio de Bellas Artes, patrimonio UNESCO) con i suoi giganteschi giardini, dove si cerca ristoro dalla calura opprimente.

Lo street food è disponibile ovunque: chioschi o piccoli locali molto frequentati per un pasto rapido e economico.

Per cena optiamo per un ristorante nel patio di un palazzo: cibi tipici, ambiente fresco e cameriere in abiti tradizionali rendono l’esperienza molto piacevole.


Quando torniamo in città dopo il tour, prima di ripartire per l’Europa, ci prendiamo tutta una giornata per visitare il Museo nazionale di antropologia, un “must” dopo un viaggio del genere.

Restiamo colpiti in particolare dalle piccole statuette che rappresentano idoli, oltre che dall’originalissimo “Dio Discendente”.

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