3 Febbraio. Giunti ad Agra con lo “Shatabdì”, prendiamo il pickup per l’hotel, moderno e con tendenze occidentali. Ci assegnano una camera al piano interrato: nuova, ma senza finestra. Ce la facciamo cambiare con un’altra: al quarto piano, con finestra, ma meno rinnovata.

Pare che in India abbiano una predilezione per i bagni con doccia o vasca “affacciati” (tramite vetrata) sulla stanza. Altra stranezza: ci fanno compilare questionari sulla qualità del servizio appena arrivati, ancora prima di usufruirne.

Usciamo subito e cediamo all’offerta (da ricchi) di una macchina con autista per visitare Red Fort, Mini Taji Mahal e Sunset point. 

Agra è una trappola per turisti occidentali. Qualsiasi cosa da vedere costa molto più che altrove.

 

Il Red Fort è enorme, ci passiamo più di due ore. Non avendo visto quello di Delhi, risulta molto interessante. Era la dimora dell’imperatore, non del Maharaja, quindi è tutto in grande stile. Le architetture sono in marmo bianco e arenaria rossa, con stili mescolati: cinese, mongolo, indiano. Molto bello.

Dopo aver comprato una merenda (acquistata dall’autista per noi, onde evitare che ci impolverassimo!) andiamo a mangiare sotto un albero (con le scimmie) al cosiddetto Mini Taji. Precedente al Taji Mahal, e di dimensioni molto più ridotte, è anch’esso un mausoleo Mogul del 17° secolo, il primo ad essere costruito interamente in marmo, tomba di I’timād-ud-Daulah.

La visita è breve ma intensa. Il monumento è fantastico, un gioco di intarsi in marmo bianco e policromo, finissimi e di grande risalto architettonico.

Scattiamo selfie di rito prima di ripartire alla volta del cosiddetto sunset point: situato sul retro del Taji Mahal, è un semplice punto panoramico, a pagamento. Aspettiamo un po’, facendo 400 foto, nell’attesa di qualcosa che dovrebbe accadere al tramonto (colorazione rossastra del marmo bianco). Dato che nulla accade rientriamo in hotel.

In serata, ceniamo all’elegante rooftop; peccato che le luci (lume di candela) siano fin troppo soffuse (non si vede niente!) In compenso tutto costa il doppio. Mangiamo al buio, accompagnati da tamburo e cimbalo.

Domani visiteremo il pezzo forte: il Taji Mahal.